La centrale nucleare in Armenia è pericolosa non solo per l’Azerbaijan
Su questo argomento abbiamo avuto modo di avere maggiore informazioni e un approfondimento grazie ad una intervista che ci è stata rilasciata dall’Ambasciatore in Italia dell’Azerbaijan, Vaqif Sadiqov.
Giulia Macchi: E’ terminato da poco il terzo vertice sulla sicurezza nucleare all’Aia e questa sembra essere stata una nuova occasione per tornare a parlare della questione Armena in quanto questo non vi permette di controllare in maniera adeguata una parte delle frontiere, creando le condizioni per la criminalità organizzata transnazionale, trasporto illegale di materiali nucleari e radioattivi. Quali potrebbero essere le conseguenze e le soluzioni?
Vaqif Sadiqov: Il suo incipit è corretto, il summit sulla sicurezza nucleare organizzato alcune settimane fa nei Paesi Bassi è un evento importante. E’ il terzo incontro sull’argomento al quale ha partecipato per la prima volta nel suo ruolo istituzionale il nostro presidente Ilham Aliyev. Lo stesso è intervenuto sulle vecchie istanze armene e sul fatto che l’Azerbaijan è un membro attivo dell’Agenzia dell’Energia Atomica. Il nostro Paese sta collaborando attivamente per la sicurezza e per quanto riguarda il nucleare. Ilham Aliyev ha colto l’occasione per sottolineare la difficile e grave situazione posta in essere dalla centrale nucleare che si trova in Armenia.
Giulia Macchi: l’esistenza in Armenia di una centrale nucleare definita ‘obsoleta’ è secondo lei una grave minaccia per l’intera regione?
Vaqif Sadiqov: Il problema della centrale nucleare in Armenia è che oltre ad essere ormai una centrale molto vecchia è anche stata costruita in una area sottoposta a molti eventi sismici. Spesso si dice che questa centrale deve essere chiusa perché troppo pericolosa. Non è pericolosa solo per le persone che vivono vicino alla centrale ma anche per tutti i paesi vicini. Il secondo problema è che il 20% del territorio azero è occupato dall’Armenia e quindi noi non abbiamo alcuna capacità di controllare correttamente parte dei confini. Questa situazione crea le condizioni che favoriscono la criminalità organizzata trans nazionale, trasporto illegale di materiali nucleari e radioattivi. Il nostro presidente ha portato così a conoscenza di questa grave situazione la comunità internazionale chiedendo che risponda a questo difficile e pericoloso problema.